Capo Testa si è conquistata nell' immaginario collettivo
dei viaggiatori un posto privilegiato, che evoca ad un tempo la forza e
la duttilità della natura e rappresenta uno dei siti cult del Mediterraneo.
Il promontorio, come una cattedrale, imponente, severa, di indicibile suggestione,
si erge davanti alle bianche rocce della Corsica, e precipita, con i suoi
giganteschi massi dalle forme inconsuete e fortemente evocative, in uno
dei tratti di mare più suggestivi del mondo, quello delle Bocche
di Bonifacio.
I suoi graniti grigi-rosa, cangianti alla luce del giorno, scintillanti
sotto la luna, levigati
come sculture di Moore, erano già apprezzati dai Romani, che lo utilizzarono
per monumenti insigni come il Pantheon. E' possibile vedere ancora oggi,
sul luogo, che ospitava una cava massi appena sbozzati o i caratteristici
fori nella roccia, entro cui venivano introdotti bastoni bagnati, che, gonfiandosi,
fratturavano i massi imponenti rendendone poi possibile la lavorazione nella
cava, prima del trasporto verso la Capitale.
Questo
labirinto granitico si trova a 5 km da Santa Teresa, al cui territorio lo
collega un sottile istmo, lungo il quale si trovano le ampie e belle spiagge
di Santa Reparata. Partendo dall'entrata del Paese, all'altezza dell'Agip,
seguire la precisa cartellonistica per Capo Testa.
Superato l' istmo e il minuscolo agglomerato di case, che domina la baia,
si arriva ad una piazzola molto panoramica con splendido affaccio su Cala
Spinosa.
Qui bisogna posteggiare (d' estate è praticamente impossibile,
conviene farlo lungo la strada).
Un cartello invita a non entrare, ma è
il retaggio di un lungo periodo di servitù militare. Oltrepassate
il cancello e proseguite tranquillamente verso sud. Non esistono percorsi
obbligati se non quelli che vi suggeriranno le vostre suggestioni, alimentate
dalla selvaggia bellezza dei massi ciclopici scolpiti da 300 milioni di
anni di vento e di mare. I graniti durissimi simulano le morbidezze della
plastilina e paiono materia duttile a costruire, sotto il sole, fantastiche
geometrie, in cui profili taglienti come lame si alternano a tondeggianti
torri, pinnacoli svettanti, pareti forate, massi in forma di preistoriche
creature.
La passeggiata non presenta particolari difficoltà, a meno che
non vogliate cimentarvi nella scalata delle più alte pareti rocciose
( la più alta è la Parete della Luna 130 metri). In questo
caso si raccomanda l' uso di scarpe d'arrampicata.
Su alcuni blocchi gli appassionati troveranno alcune vie già provviste
di spit, di difficoltà compresa tra il 5° e il 7° b+. A tutti
suggeriamo l' uso di scarpe con suola di gomma e prudenza, ove si effettui
la passeggiata con il mare in burrasca: lo spettacolo è imperdibile,
ma rischia di diventare pericoloso se non si osservano norme di prudenza,
rispetto alla distanza dal mare.